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Teatro Politeama

Si trova nell'omonima piazza  Politeama "salotto di Palermo" definizione autoctona.... completata da Piazza Castelnuovo , di fronte ad essa con palchetto della musica e gruppi scultorei di Benedetto Civiletti, artista palermitano ed altri.

Delimitata da Corso Scinà, lato posteriore rispetto al teatro. Mentre sulla parte anteriore ad esso, si diramano rispettivamente via Ruggero Settimo, statista palermitano del Regno delle due Sicilie, caldeggiò la monarchia costituzionale e il famosissimo viale della Libertà, a cui dedicheremo un'attenzione appropriata  subito dopo .

Il nome “Politeama” deriva dal greco "polis teamos "che significa molti spettacoli. Questa scelta è stata presa in armonia con il dilagante ritorno al classicismo dei periodi storico-artistici greco e romano, quindi neoclassicismo che dal prefisso "Neo" significa nuovo. Inoltre anche rafforzato dall' "Eclettismo" molto in voga in quegli anni, che implica la rivalutazione di tutti gli stili artistici precedenti: dal periodo medioevale con il Gotico specialmente inglese, al Rinascimentale.

Polis teamos ha quindi  molti tipi di spettacolo. Infatti il teatro oltre ad ospitare spettacoli musicali  dalla lirica in poi, passando per i concerti di musica classica o leggera, balletti  manifestazioni artistiche varie, ha ospitato anche spettacoli circensi. Sul prospetto posteriore, su corso Scinà, ha un'apertura ampia in larghezza e in altezza, la pavimentazione è lastricata, in pietra, perché da lì, potessero entrare cavalli, carri e quant'altro potesse appartenere ad un circo.

Era anche questa la sua destinazione: tutti i tipi di spettacolo come negli anfiteatri dell'antica Roma.

E all'architettura romana antica è ispirato tutto il progetto del teatro .

 

L'architetto progettista fu Giuseppe Damiani Almeyda, fra il 1867 e il 1874.

Il teatro fu inaugurato nel 1891.

La copertura metallica che lo ricopre fu lavorata nella fonderia "oretea" dei Florio ,

che prendeva il nome dal fiume Oreto, presso il quale si trovava, fu posta sulla costruzione nel 1877, dopo molte vicissitudini e provvedimenti provvisori, per assicurare la protezione coperta del teatro. Ma per questo ,occorrerebbe un paragrafo a parte. Il nome di Garibaldi evidentemente fu aggiunto in omaggio all'eroe dei due mondi che tanto si era adoperato per l'unificazione dell'Italia e osannato dai palermitani, magari con qualche illusione di troppo rispetto a quella che sarebbe stata la realtà quotidiana.

Ritornando all'arte e alla bellezza, tutta la struttura del teatro Politeama ha forma circolare. Sulla parte frontale si apre l'ingresso, questo ha l'aspetto di un arco di trionfo romano, sovrastato dalla bronzea quadriga di  Apollo, (Apollo era la divinità della musica e della luce del sole) .Opera dello scultore Mario Rutelli, insigne scultore palermitano, stato docente di  scultura  all'Accademia di “Belle Arti" di Palermo. Si trasferì a Roma per altri interessi professionali sopraggiunti. Per la cronaca, bisnonno dell'attuale Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma.

Faccio una breve parentesi: nell'antica Roma imperiale, gli archi di trionfo venivano eretti per onorare un imperatore che tornava vincitore dopo le campagne belliche e le conquiste territoriali . Veniva celebrata la sua potenza : portato in trionfo su una biga, se i cavalli trainanti erano due  o su una quadriga se erano quattro, gli veniva poggiata sulla testa una corona di alloro simbolo di gloria, mentre il popolo in delirio osannava.

 

L'ingresso del teatro Politeama  rappresenta la celebrazione del trionfo, della musica e dell'arte in genere.

L'esterno circolare è composto da due ordini di loggiati sovrapposti le cui colonne  sono al piano terra di ordine dorico, al piano superiore di ordine jonico. Il primo, dorico è più plastico, semplice  nel capitello e robusto nel fusto. Il secondo, Jonico, è più decorato nel capitello, slanciato e leggero nel fusto. Le superfici murarie, dietro i due colonnati e visibili all'esterno ,sono dipinte in stile pompeiano ,vale a dire come le pitture delle case pompeiane, quelle ritrovate a Pompei, in seguito agli scavi che proprio dalla fine del XVIII° vennero portati avanti e che tanto influenzarono l'arte di quegli anni.

All'interno vi è un’ articolata sistemazione dei palchi e del loggione.

La capienza è di 890 posti complessivamente. 

Ai lati dell'ingresso del palcoscenico si susseguono complessivamente sei colonne in

di stile corinzio. La volta a cupola è dipinta con soggetti classicheggianti, così

come tutte le altre decorazioni.

Nelle pitture, come nelle sculture, vi lavorarono i più insigni artisti palermitani dell’Ottocento.

La statua di Baccante nel portico laterale è opera di Valerio Villareale.

Giuseppe Damiani Almeida progettò anche i due candelabri esterni e sistemò il monumento a Ruggero Settimo, opera a sua volta dello scultore Benedetto De Lisi , così pure la Silfide posta nel giardinetto.

 Il David è stato scolpito da Antonio Ugo.

La copertura metallica opera lavorata nella fonderia Oretea  dei Florio, fu inaugurata

nel 1891.

Nel ridotto del teatro è stata ospitata la Galleria di Arte Moderna per diversi anni,

ora trasferita in sede definitiva nell'ex convento S. Anna.