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La casa comune: lettera pastorale

Il cristiano non è un’isola – carissimi amici – nessun cristiano si fa da sé! Forse lo sappiamo a livello teorico ma lo viviamo poco e lo sperimentiamo con troppo limiti. Sappiamo di non essere cristiani per conto proprio perché ci relazioniamo con la chiesa ma forse ci sfugge la portata dell’identità cristiana quale appartenenza ad un popolo che viene da lontano… un popolo nato dall’alleanza stretta da Dio con Abramo al quale, per la sua fedeltà, ha donato una grande discendenza che ci precede, include noi e quanti verranno dopo di noi.

Da queste considerazioni di “dottrina” scaturisce un mio grande desiderio pastorale: Che viviamo la Chiesa con adesione piena di cuore, con il senso reale di appartenenza ad una comunità… e - nel caso nostro specifico – che consideriamo la Chiesa di S. Ninfa come “casa comune”.

Vorrei che considerassimo in modo più ampio l’ESSERE INSIEME nel cammino, nella preghiera, nell’attività… Occorre apertura di mente, docilità di cuore, cambiamento di abitudini e disponibilità logistiche… e io – come pastore della comunità – desidero potenziare lo “spazio dei laici” non solo come disponibilità (sempre reale) all’ascolto, al dialogo e al sostegno spirituale ma anche con la messa a disposizione di locali e attrezzature. Vorrei che vi sentiste a casa propria così da sperimentare anche voi quella piccola oasi di pace, di silenzio, d’intimità con Dio, quale è la Cappellina della nostra casa, o anche usufruire della biblioteca, della postazione computer… affinché chi desidera trascorrere qualche ora di tranquillità, di studio, di raccoglimento, di preghiera - a solo o con i religiosi - possa essere accolto e benvenuto, avere Gesù esposto su richiesta personale, sentirsi a proprio agio…  Insieme ai religiosi si potrebbe condividere la preghiera o l’approfondimento della Parola, oppure partecipare all’attività dell’Oratorio non solo e non tanto per qualche esercizio di carità ma perché non possiamo amare Dio senza amare i fratelli (soprattutto se bisognosi); non possiamo essere in comunione con Dio senza esserlo nella Chiesa e non possiamo essere buoni cristiani se non “insieme” a tutti coloro che cercano di seguire il Signore Gesù, come un unico popolo, un unico corpo.

 

È vero che l’ubicazione di S.Ninfa nel Centro storico scoraggia lo spostamento a causa della ZTL (anche se questa non è attiva il sabato e la domenica) però si può sempre posteggiare nelle vicinanze e andare un po' a piedi con vantaggio della salute oppure venire in autobus…

 

Proprio il “camminare insieme” - in linea generale -  è impegnativo e a volte può risultare faticoso: può succedere che qualche fratello o qualche sorella ci faccia problema, ci intralci o ci dia scandalo… Ma il Signore ha affidato il suo messaggio di salvezza a persone umane, a quanti si fanno suoi testimoni, a tutti noi ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che Lui ci viene incontro e si fa riconoscere. Questo è vivere il senso di appartenenza alla Chiesa. Questo è vivere e testimoniare la gioia, nonostante tanta ansia e inquietudine che dilaga dappertutto. Mentre aumentano i depressi, senza futuro e lavoro, le persone sole, gli indigenti, che quasi chiedono scusa di esistere, persone senza voce, senza potere, considerate spesso degli “scarti” , è necessario rafforzare il senso di appartenenza a una comunità, a un’unica famiglia umana; è fondamentale che ciascuno torni a sentirsi responsabile del benessere degli altri, siano essi vicini o lontani…

 

 

Questa la motivazione della “casa comune”, l’invito caloroso, rivolto a tutti e a ciascuno, a sentirsi soggetti attivi e creativi di storia, a remare insieme sulla barca di Cristo e dell’umanità!

 

Soltanto nella consapevolezza di essere un popolo che si sacrifica e cammina insieme, mantenendo il passo del più povero, questo mondo ferito potrà finalmente ritrovare fiducia e speranza.

 

             

 20 Agosto 2022                                                                                                                                                    

P.Vincenzo