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Mondo camilliano

La conversione di San Camillo de Lellis

 

Il 2 febbraio non è solo la festa della Candelora ma per noi camilliani in particolare, religiosi e laici di tutto il mondo, ricordiamo la conversione di San Camillo che avvenne nel 1575.

 

La sera del primo e del due febbraio San Camillo, percorre la strada che da S. Giovanni Rotondo porta a Manfredonia, si fermò in zona "Valle dell'Inferno" (foto) quasi abbattuto da una luce Camillo cadde in ginocchio in mezzo alla strada, percuotendosi il petto e chiedendo perdono a Dio per i suoi peccati. 

 

Da quella sera la sua vita cambio' direzione e decise di abbracciare la vita religiosa dedicandosi ai malati. In quella occasione dimorò nella cella N. 5 del Convento di Santa Maria Delle Grazie; la stessa che per molti anni fu la cella di Padre Pio.

Mosaico di San Camillo de Lellis

Questo mosaico che ritrae San Camillo de Lellis con un malato tra le braccia si trova nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo insieme a quelli di Giovanni Paolo II e Madre Teresa.

 

Fr. Maurizio Placentino, durante l’omelia, ha invitato l’assemblea a soffermarsi “a contemplare la Santità che non è un concetto astratto, ma è l’incarnazione della storia del Vangelo, della vita di Gesù”. 

Il provinciale ha poi ricordato come la vita di San Camillo si è intrecciata con quella di San Pio: “Due santi, che sono uniti, non solo dalla data di nascita, ma dalla piccola celletta in cui San Camillo dimorò seppur per una notte. Nella stessa cella, secoli dopo, Padre Pio ha vissuto importanti momenti mistici. Questi luoghi parlano e invitano alla conversione e alla vita del vangelo”. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie “oggi si arricchisce di questo nuovo tassello che ricorda questo grande esempio di santità.

I santi ponendoli nelle nostre chiese, nelle navate laterali fanno da contorno all’assemblea e fanno il “tifo” per noi. Oggi ci sono vicini e sono di esempio e di incoraggiamento per le nostre vite affinché noi tutti troviamo nella loro storia forza e ispirazione per il nostro cammino di fede. La Santità è vita e dinamicità e lo vediamo leggendo la storia di San Camillo.

Prima della benedizione del Mosaico ha preso la parola padre Rosario Messina, il quale ha spiegato che era un dovere, un obbligo, un desiderio vivo per i camilliani per esprimere immensa gratitudine innanzitutto a Dio e poi ai frati cappuccini di questo convento che sono la continuità dei loro predecessori e sopratutto di un certo Padre Angelo che fu per Camillo, un vero Angelo. Quella sera del 1 febbraio 1575 Padre Angelo fece un discorso che ha stravolto Camillo. E’ qui che si è convertito. Questa presenza vuole essere un segno di gratitudine ed un accostamento alla spiritualità di San Pio, grande devoto di San Camillo.” (fonte: www.teleradiopadrepio.it)

Fiaccola della Carità

 

Dal 14 luglio del 1960 nella Cripta del Santuario S. Camillo in Bucchianico, dinanzi alla vetrata che lo ritrae negli ultimi istanti di vita, arde perennemente la «Fiaccola della Carità», segno di orante presenza spirituale di quanti assistono gli ammalati, e implorano da Lui, Celeste Patrono, amore e dedizione che animavano la sua azione. L'artistica lampada, opera di un fine cesellatore romano, fu benedetta da Papa Giovanni XXIII al termine dell’Udienza Generale in S. Pietro il 12 luglio 1960, ed accesa la sera del 13 luglio successivo nella Cappella-infermeria dove il Santo morì, presso la Casa Madre della Maddalena in Roma. La “Fiaccola della Carità”, come idea e movimento nata dal camilliano P. Ercole Meschini, è cresciuta di molto negli anni, ed è stata riconosciuta dall'Autorità Ecclesiastica come “Movimento di Apostolato di Laici”. Da quel giorno, ogni anno porta alla cittadina natale del Santo, nel mese di luglio, quanti si dedicano ad assistere gli ammalati, con articolate manifestazioni religiose e culturali, promuovendo allo stesso tempo una conoscenza e una vasta diffusione del Messaggio di Carità di S. Camillo

 

Per iniziativa della Unione Cattolica Infermieri (UCI) è stata istituita la «Fiaccola della Carità»: una lampada votiva che perennemente arderà dinanzi al simulacro di San Camillo De Lellis, nella cripta del Santuario a Bucchianico, Chieti. La lampada, dalle molte fiammelle, tante quante sono le regioni d'Italia, è artisticamente cesellata. L'olio sarà offerto annualmente dagli infermieri cattolici italiani, simbolo di unione di quanti dedicano la propria attività infermieristica nel perpetuare l'opera divina della Carità, secondo gli esempi di S. Camillo ed il suo ideale: «Servire Cristo nel malato». Andando oltre il simbolo la UCI intende sviluppare nei suoi iscritti e in tutta la categoria infermieristica la convinzione profonda di questa «presenza mistica di Cristo nel malato». In un mondo, come 1'attuale in cui tutto è spersonalizzato e ridotto a «numero», a «caso interessante», il malato corre il rischio di essere trattato come una cosa, e l'infermiere considererebbe la sua attività un lavoro retribuito come ogni altro lavoro; l'UCI muovendo dall'ideale ardente di S. Camillo, vuole tenere accesa negli Infermieri, nelle Infermiere e nel personale ospedaliero la vera Carità di Cristo, stimolando in essi la consapevolezza che la loro è una «missione» e non lavoro, è missione sacerdotale, come il Sacerdote tratta «Cristo presente sacramentalmente nell'Ostia consacrata» così l'infermiere «tratta Cristo dolorante presente misticamente nell'infermo». Martedì 12 luglio, antivigilia della ricorrenza della morte del Santo della carità infermiera, in quella stessa stanzetta, presso la Chiesa della Maddalena in Roma dove egli spirò la sera del 14 luglio1614, la Fiaccola è stata accesa per la prima volta. Ha celebrato il suggestivo rito il P. Gaspare Cañada Vicario Generale dei Padri Camilliani, che dopo le rituali preci ha proceduto all'accensione delle numerose fiammelle rappresentanti le varie regioni d'Italia 4 che compongono l'omaggio collegiale degli infermieri d'Italia al loro celeste Patrono.