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Scrutare

(scru-tà-re)

Verbo transitivo: Guardare, osservare, esaminare, ricercare; con uso assoluto: indagare con attenzione per vedere.

Verbi correlati: scoprire, comprendere, studiare, esplorare, scandagliare...

ETIMOLOGIA voce dotta, recuperata dal latino tardo scrutare, successiva al latino classico scrutari, propriamente 'frugare, rovistare', da scruta -orum «stracci»..

L’origine etimologica sottolinea un’operazione concreta: il mettere mano in un mucchio di stracci per trovare qualcosa che si cerca; un frugare con attenzione tra cose messe alla rinfusa. Da quest’azione tattile si è andato sviluppando ed affermando un significato del tutto visivo; il verbo 'scrutare', infatti, descrive un ‘guardare’ in modo preciso: è un guardare esaminando, vagliando, indagando, col fine diretto di scoprire, trovare, capire qualcosa.

 

Espressioni della vita quotidiana attestano ampiamente questo significato:

  • Il marinaio esperto scruta il cielo in cerca di segni che predicono la tempesta
  • L'attore scruta le reazioni del pubblico che ha di fronte per trarre consenso
  • Scrutiamo i nostri sentimenti per comprendere come comportarci
  • Il tuo scrutarmi dalla testa ai piedi mi mette in imbarazzo

 

L’intensità dell’azione espressa dal significato del verbo così come dai termini ad esso correlati ha determinato il passaggio ad un registro elevato: scrutare, scrutini, scrutatori evocano intenti intellettuali, scientifici, giudizi, votazioni, elezioni ma anche tensioni dell’animo, voli pindarici della mente, partecipazione affettiva ed intenzionale. Solo qualche esempio:

  • Tendevo l’orecchio ad ascoltare, e scrutavo nel buio (C. Levi). ... ..
  • L'uomo è nato per muoversi, per scrutare, per sapere chi è, che cosa fa, dove va. Se l'uomo muore sotto la fatica, egli muore onorato e forse utile agli altri. (M. D'Azeglio)
  • Se guardiamo un pezzo di legno perfettamente diritto, immerso nell'acqua, ci sembra curvo e spezzato. Non ha importanza che cosa guardi, ma come guardi: la nostra mente si ottenebra nello scrutare la verità. (Seneca).

 

Per capire, per entrare in qualsiasi realtà umana bisogna allora... scrutare! Se questo vale per una qualsiasi esperienza e conoscenza, in modo del tutto particolare vale per la Sacra Scrittura. Nel Testo Sacro ‘scrutare la verità’, avere completa conoscenza, valutare con piena capacità di giudizio diventano azioni che rimandano al Trascendente, dove protagonista è il Signore stesso; solo qualche esempio per dare l’idea ma sono innumerevoli:

  • Il Signore scruta il giusto ma detesta l'empio e colui che ama la violenza” (Sal. 11,5)
  • Lo spirito dell'uomo è una lucerna del Signore, che scruta tutti i recessi del cuore” (Pro. 20,27)
  • A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio

(1Cor. 2,10)

  • "Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me." (Gv. 5, 39)

C’è così insistenza in questo ‘scrutare’ di Dio che diviene conoscenza, difesa, giudizio, soccorso all’uomo che se n’è fatto un riferimento esplicito per la lettura del Testo Sacro;

“Scrutare le Scritture” è infatti il sottotitolo della Bibbia nella versione ufficiale della CEI pubblicata nel 2008 in occasione dell’anniversario dei 1600 anni dalla morte (avvenuta il 30 settembre del 420) di San Girolamo, grande traduttore/interprete della Scrittura e dottore della Chiesa.

Interpretare il testo sacro significa scrutarlo: cfr. il verbo ebr. daràsh  “cercare” “indagare” da cui il termine midrash ovvero trarre fuori dal suo tesoro inesauribile tutte le potenzialità di significato.

Già l’A.T. proclama beato chi medita e “rumina” giorno e notte le Scritture (Gs.1,8; 8,32; Sal. 1,1-2) indagandone il senso recondito (Sir. 38,34-39); apprezza il sapiente che vi si dedica trovando appagamento e consolazione (Esd 7,10; 1 Mac. 12,9; Sir. 1,1-10))

Nel N.T. Gesù stesso – Parola incarnata (Gv. 1,14) - invita ad una profonda conoscenza delle Scritture (Mt. 21,42; 22,29) e apre la mente dei suoi alla piena comprensione (Lc. 24,27; 32,45). L’Agnello è l’unico che può sciogliere i sigilli del libro (Ap. 5,5) e solo con il suo Spirito, che scruta le profondità di Dio (1 Cor. 2,10) si può comprendere la Scrittura.

 

Scrutare le Scritture vuol dire quindi andare oltre la lettura, leggere dentro il contesto e calarsi nei personaggi, leggere con la mente e col cuore perché la Parola possa dispiegarsi in tutta la sua ricchezza e forza di guarigione. Essa  dovrebbe essere, in una parola, la via sapiente di ogni cristiano per andare al Signore e trovare verità e vita nell’equilibrio della persona.